Una Lazio monumentale e priva di Klose batte il Milan all'Olimpico dopo 14 anni e consolida la quarta posizione in classifica. Una serata definita giustamente 'da Laziali veri', in un mix di rabbia, contestazione e felicità che solo chi vive la Lazio in un certo modo può comprendere ed apprezzare totalmente. Una vittoria arrivata contro ogni pronostico, raggiunta grazie alla spinta di una caldissima ed indignata Curva Nord e all'orgoglio di mister Reja e dei suoi ragazzi. Dura, durissima la contestazione riservata al duo dilettantesco Lotito-Tare, colpevoli di non aver operato sul mercato, indebolendo di fatto una squadra dal grande potenziale. La tifoseria, ma anche e soprattutto Reja e la squadra si sono ribellati a questo incomprensibile declassamento, quasi ad allinearsi con i propri sostenitori e mettendo in
scena una gara tosta e concreta al cospetto del grande Milan di Ibra. La conferma di ciò si è avuta anche nel dopo gara, con il tecnico goriziano capace di prendere pubblicamente le distanze dalla scellerata gestione societaria. La partita è stata la riprova della grande forza della Lazio e della sagacia tattica del proprio allenatore, sul quale però grava la grande incognita della tenuta atletica di molti dei suoi protagonisti (due su tutti Lulic e Gonzalez)...Quanto potranno ancora reggere fisicamente certi giocatori, con all'orizzonte un calendario colmo di impegni? Lotito e Tare hanno gettato la spugna sul più bello, dimostrando di non essere da Lazio e di non voler competere per grandi traguardi. In una parola: mediocrità! Ora sono soli e nessuno è più disposto a mettere la faccia allo scempio di una gestione che non vuole fare, volutamente, il definitivo salto di qualità. Se la Lazio a fine stagione raggiungerà gli obiettivi prefissati sarà esclusivamente il miracolo di Reja e dei suoi ragazzi; se ciò, come probabile, non avverrà, i colpevoli hanno già un nome e cognome.