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Il Gladiatore è Laziale: ecco le prove!


Gli articoli che seguono sono la riprova di come, nella città di Roma, ci sia un morboso e scientifico 'progetto' atto ad associare luoghi, simboli e personaggi dell'antica Roma all'as roma calcio ed il suo attuale capitano. Una linea sostenuta per convenienza economica anche dai media e finalizzata a rafforzare il concetto distorto e storicamente errato, che l'as roma è il football club della Capitale ed il vero romano di Roma è il romanista.


Partiamo dalla fine.

19 Maggio 2010: Universal Pictures Italia, tra le molte iniziative legate alla prestigiosa ricorrenza, dedica un cofanetto celebrativo de Il Gladiatore all'as roma. Il promo del dvd recita: l'as roma partner eletto del film e del suo protagonista in quanto simbolo della città eterna e della romanità stessa. Il packaging personalizzato affianca, con arguta similitudine di luoghi e sfide, il guerriero che combatte e vince contro nemici potenti alla squadra che in ogni partita è capace di buttare il cuore oltre l'ostacolo, le immagini simbolo dell'impresa di Massimo Decio Meridio a quelle più emozionanti dello Stadio Olimpico. Tra gli imperdibili contenuti extra “Forza e Onore”, la clip esclusiva da scaricare sul cellulare realizzata da Universal Pictures e inaugurata durante la partita roma-Cagliari del 9 Maggio 2010 (partita farsa palesemente 'sistemata' a favore dell'as roma).

A riprova del progetto romanista Gladiatore/as roma ricordiamo inoltre che per un periodo, all'inizio delle partite casalinghe dei giallorossi, fu diffuso dagli altoparlanti la celebre canzone 'The battle', appartenente alla colonna sonora del film di Ridley Scott. Inoltre, dall'11 Dicembre 2010, sulla scia del dvd celebrativo della Universal Pictures Italia, anche il Corriere dello Sport Stadio metteva in vendita, nelle edicole romane e su internet, una nuova edizione in dvd de Il Gladiatore. Un'uscita da collezione, contenente due dischi comprendenti il film con il commento del regista, del montatore e del direttore della fotografia più il bonus disc "Roma Vittoriosa" (celebre frase del protagonista del film), per rivivere i momenti più emozionanti (i rari aggiungiamo noi) della storia dell'as roma con interviste a tifosi doc e voci eccellenti del mondo dello sport. Per promuovere il dvd, alla presenza della stampa, fu organizzato anche un teatrale incontro tra il capitano della as roma Totti e Crowe all'interno dell'Anfiteatro Flavio, simbolo di Roma e del film. Per rendere il tutto più amichevole e spontaneo andò in scena anche un siparietto con le rispettive famiglie, con tanto di scambi di doni ed allegre foto ricordo. Il dvd riadattato andò letteralmente a ruba tra i sostenitori giallorossi, soprattutto tra i più giovani, premiando economicamente l'iniziativa del quotidiano sportivo.
Il promo dvd del Corriere dello Sport Stadio: video

Detto ciò torniamo ora all'antefatto fondamentale di questa storia e cioè a Maggio del 2000, quando il 'gladiatore' Russell Crowe è di nuovo a Roma per girare un altro film e la SS Lazio sta per diventare campione d'Italia nell'anno del suo centenario. L'articolo che segue non ha bisogno di ulteriori commenti...
Maggio 2000: La prova fotografica su Russell Crowe, tifoso Laziale. L'ennesima beffa per chi si appropria della storia altrui.
Un gladiatore biancoceleste 
Ognuno ha l'immaginario che si merita. C'è chi si tatua sulla pelle il primo attore che arriva, senza neppure preoccuparsi che vada in giro con un'altra maglia. C'è chi si sceglie una madrina che solo pochi anni prima faceva il tifo per un'altra squadra. Questione di gusto, di sensibilità, di cultura. Di storia.
Russell Crowe, il Gladiatore, è della Lazio. Lo ha detto a chiare note ai microfoni di Rai e Mediaset, in occasione dell'uscita di "A beautiful mind" (2001). Ma lo disse anche allora, a Roma, per presentare la storia dell'Ispanico diretto da Ridley Scott. Peccato che la gente soffra di pessima memoria. Peccato. Il generale Massimo Decio, braccio destro di Marc'Aurelio, avrebbe a dichiarare sotto il sole impietoso dell'anfiteatro Flavio: "Quello che facciamo in vita riecheggia nell'eternità". Riecheggia e si amplifica anche sul bicipite del capitano della as roma che si porta a spasso un gladiatore con le sembianze di Crowe, ovvero un Laziale…Beffa del destino, vero? In fondo bastava decifrare con più attenzione un film in cui non appaiono neppure i colori - l'oro e il porpora - delle legioni romane, né lupe e vari armamentari di una romanitas circense. Bastava decifrare, insomma, o semplicemente ricordare. Purtoppo la memoria è un vizio per pochi. Ma a quella conferenza, come conferma il critico cinematografico Alberto Crespi (Unità, Rai, autore di decine di saggi e libri), le cose andarano così. All'ennesima domanda su chi fossero gli attuali gladiatori, Crowe rispose i giocatori di rugby. I cronisti, però, incalzavano. "Siamo in Italia, mister". E Russell "Maximus" rispose: Ok, i calciatori. E allora dico Lazio".
Siamo nel 2000. L'eco della squadra di Cragnotti, l'armata invincibile che colleziona trofei dopo trofei, ha raggiunto ben oltre i confini dell'impero. E c'è un altro particolare non trascurabile. Crowe, nasce in Nuova Zelanda, ma cresce in Australia. Sono pochi gli idoli del football lì, nella terra degli spazi illimitati. Uno di loro si chiama Paul Okon e ha indossato la maglia biancoceleste. Equazione tanto logica da apparire banale. Ma giacché viviamo nel paese degli smemorati, nella culla della retorica sparsa a piene mani, nel castello di chi rilegge la storia sempre a proprio modo, "Il Gladiatore" è diventato simbolo altrui. Di chi cioè, dovrebbe assumersi tutto lo scorno di una boutade planetaria. La foto che vedete è stata scattata a Cinecittà durante le riprese di "Rapimento e riscatto", il film di Taylor Hackford (sempre del 2000) in cui Crowe si traveste da guerrigliero colombiano per salvare la bella Meg Ryan. Un'immagine che non ammette repliche. Possediamo l'originale. E' a disposizione anche degli scettici. Perché il colpo da digerire è duro, vero? Più o meno come tentare di comprendere, per i neofiti del peplum, che "il cuore pulsante di Roma non è il marmo del Senato ma la sabbia del Colosseo". E sulla sabbia ci si riincontra. Sabbia mobile, in questo caso. Più o meno come nella tardiva "riconversione" della Ferilli che ora fa asserzioni di giallorossismo a oltranza ma che era "burina e Laziale". E anche "Il Gladiatore", metafora der core de sta città, è della Lazio.
Ma come? Eravamo pochissimi, eravamo stranieri, e più ci guardiamo attorno, più scopriamo adepti? E che adepti. Quelli che altri si sono segnati irrimediabilmente sulla pelle, come il segno di Caino, per essere riconosciuti, additati, derisi. Ognuno ha l'immaginario che si merita. Come diceva Massimo Decio? "In questa o nell'altra vita avremo la nostra vendetta". Un pezzo di questa vendetta ci è stata servita, oggi, su un piatto d'argento. Prego, tatuati gladiatori, ora scatenate l'inferno. Sul Raccordo Anulare.

Nessuna storia, nessuna credibilità.

 
Fonte: articolo originale -  Foto Crowe - Universal Pictures Italia. Video promo tratto da You Tube -  Per i ringraziamenti sul recupero della foto originale di Russell Crowe con la maglia della Lazio si rimanda all'articolo originale.